La genitorialità può essere definita come una funzione processuale composita, risultato dell’interazione tra il figlio (con bisogni specifici legati all’età) e il genitore, diversa in ogni momento della vita, seppure con una sua stabilità di fondo.
La genitorialità è il risultato di un’interazione triadica ed è condizionata da modelli culturali, dalla personalità del genitore, dalle relazioni che esso stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia, nonché dal temperamento e da eventuali specifiche problematiche riguardanti i figli.
Essere genitori significa fornirsi di uno spazio mentale e soprattutto relazionale dove un “tu” può nascere in sicurezza e gradualmente, sentirsi sé stesso perché autonomo e perché pensato da qualcuno. E’ uno spazio in cui convergono molti elementi tra cui le funzioni genitoriali.
Ci sono varie funzioni genitoriali:
- La Funzione Protettiva attraverso la quale il genitore fornisce relazioni costanti di accudimento, con particolare riferimento al bisogno del bambino di avere protezione fisica e sicurezza.
- La Funzione Affettiva attraverso la quale il genitore entra in risonanza affettiva con il figlio senza esserne assorbito e senza costringerlo a rispondere con le stesse modalità comportamentali.
- La Funzione Regolativa il bambino fin dalla nascita ha la capacità di regolare i propri stati emotivi (auto-regolazione) e l’interazione con l’altro (regolazione interattiva); tuttavia, le strategie per tale regolazione sono fornite dai genitori, soprattutto nei primi anni di vita; grazie a questo supporto, egli diventerà in grado di amplificare le emozioni piacevoli, controllare quelle spiacevoli e costruirsi dei margini di tolleranza e controllo dei suoi stati interni.
- La Funzione Normativa giustifica la scelta di certe regole, inserendole in una struttura di riferimento che definisce i diritti ed i doveri, i privilegi e le limitazioni di ognuno. Il bambino, allora, si trova con dei punti di riferimento, in un mondo ordinato di relazioni, dove c’è spazio per tutti senza dover ricorrere alla prevaricazione sentendosi così protetto e destinatario di aspettative.
- La Funzione Predittiva consiste nel saper intuire quale momento evolutivo sta attraversando il proprio figlio e verso quale si sta spostando, così da attivare comportamenti e atteggiamenti che favoriscano il passaggio e lasciando che si esprima con proprie parole e modalità d’essere.
- La Funzione Rappresentativa ogni genitore porta dentro di sé una immagine interiore del proprio figlio; questa rappresentazione dovrebbe rispecchiare ciò che il figlio davvero è, qui e ora, unico e irripetibile ed essere libera da quegli elementi che derivano dalla storia passata dei genitori stessi, e che possono riattivarsi nel momento in cui questi ultimi interagiscono con il loro bambino.
- La Funzione Significante è la capacità dei genitori di dare senso ai bisogni del bambino, ai suoi gesti apparentemente casuali, ai suoi movimenti all’inizio automatici, alle sue espressioni; il saperlo fare inserisce il bambino in un mondo di senso. Con la funzione significante, il genitore si offre da «contenitore» dentro al quale il bambino può proiettare i suoi contenuti allo stato grezzo e grazie al quale inizia a comprenderli e a dotarli di senso.
- La Funzione Fantasmatica tutti i genitori hanno un mondo ricco di fantasie e in quel mondo si inserisce anche la relazione con il loro figlio; se non hanno paura di fare entrare nelle loro fantasie anche il loro bambino e di fantasticare con lui, riescono a stabilire una dimensione di scambio e di riconoscimento reciproco che andrà in favore di una immagine di sé realista.
- La Funzione Proiettiva ogni genitore proietta sul figlio molto di stesso; a relazione con lui è sia reale che fantasmatica, ed è caratterizzata da un gioco complesso tra identificazioni, contro-identificazioni e proiezioni. La funzione proiettiva va continuamente rielaborata dal genitore per dare sempre più spazio alla relazione oggettuale con il figlio reale; quando ciò non accade, l’ombra dei genitori cade sui figli ai quali essi affidano inconsciamente il compito di correggere il loro passato, di rifare la loro storia nel presente, o di riscattarli nel futuro.
- La Funzione Triadica si riferisce alla coppia genitoriale stessa, alla capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza fatta di sostegno reciproco, capacità di lasciare spazio all’altro e di entrare in relazione empatica reciproca con il bambino.
- La Funzione Differenziale la genitorialità ha due modalità di esprimersi, quella materna e quella paterna; non si può attribuire automaticamente ed esclusivamente la modalità materna alla madre e quella paterna al padre, in quanto possono entrambe essere presenti nello stesso genitore ed esprimersi con percentuali diverse nell’uno e nell’altro, l’importante è che siano presenti entrambe le modalità e in modo differenziato ma non confuso, così che il bambino non sia relegato ad una sola modalità di relazione ma abbia la possibilità di muoversi giocosamente in una rete diversificata di domande e risposte.
- La Funzione Transgenerazionale è la capacità e disponibilità di inserire il proprio figlio dentro alla storia della propria famiglia; il fatto di avere una narrazione in cui collocarsi fa sentire il bambino parte di un racconto coerente a partire dal quale costruisce la propria identità.