Le risposte degli individui alle malattie sono diverse in relazione al tipo, alla gravità e alla durata della malattia stessa; gli aspetti cognitivi ed emotivi della condizione di malattia, consistono in uno stato temporaneo di turbamento e di disorganizzazione, i cui esiti possono essere radicalmente positivi o negativi. E’ molto importante l’atteggiamento psicologico dell’individuo poiché ha un’influenza sul decorso della malattia, portando a comportamenti che possono migliorare o peggiorare la condizione patologica.
Nella nostra cultura è spesso trascurata l’idea che l’atteggiamento emotivo del malato influisca sul decorso della malattia, in quanto si tende a sottovalutare il rapporto tra il sistema nervoso centrale, il sistema neurovegetativo, il sistema endocrino e il sistema immunitario. Ad esempio una reazione psicologica depressiva ad una malattia, attenuando le difese immunitarie, espone il paziente ad altri attacchi patogeni, innescando un circolo vizioso di “malattia – depressione – malattia”.
La relazione tra il sistema nervoso ed il sistema immunitario può provocare benefici effetti terapeutici, quando lo stato emotivo del soggetto sia positivo e resiliente o danneggiare quando lo stato emotivo sia negativo e passivo.
L’atteggiamento del malato nei confronti della malattia dipende da molti fattori interni ed esterni; la personalità è forse la variabile più significativa nel determinare le reazioni psicologiche alla malattia, ma la personalità si costruisce continuamente mediante l’interazione dell’individuo con l’ambiente e con le persone che lo circondano.
La malattia si configura come una minaccia che mette in pericolo sia l’identità psicofisica dell’individuo, sia la sua vita relazionale.
Nell’ambiente di vita del paziente la famiglia è di primaria importanza; le reazioni dei familiari sono determinanti nello strutturare le modalità reattive del singolo, in un rapporto che non è univoco, ma di reciproca influenza. E’ importante però, distinguere reazioni normali da reazioni patologiche; sebbene nei pazienti neoplastici e nelle loro famiglie siano facilmente riscontrabili sintomi di ansia e depressione, spesso quest’ultimi sono trascurati e non correttamente diagnosticati e, conseguentemente non trattati. Ciò porta all’aumento della sofferenza, al peggioramento della qualità di vita, sia del malato che della famiglia e può compromettere l’efficacia delle cure.